lunedì 25 aprile 2011

Alcune riflessioni di chi ha assistito alle prove..

Francesca, studentessa del liceo artistico Paul
Klee, ha seguito alcune giornate di prova durante il suo stage al Teatro Cargo. Questi sono i suoi pensieri sull'allestimento...



"Intanto per cominciare non ho alcuna competenza per giudicare o criticare una qualsiasi opera teatrale, in quanto sono semplicemente una studentessa entrata a contatto, per poco e minimamente, col mondo dello spettacolo. Sono arrivata al Cargo soli cinque giorni fa per iniziare il mio brevissimo stage, non sapevo quali mansioni mi avrebbero assegnato ma ero felice del fatto che avrei potuto assistere alle prove di una nuova produzione che ho scoperto essere “Questa immensa notte”. È interessante… e difficile … viene rappresentata la vita di due donne, donne che oramai sono perse tra i problemi psicologici e sociali che la vita impone loro. Sono ex detenute, amiche dal momento in cui si sono conosciute in carcere, una un po’ molesta e invadente (Loredana), l’altra, un po’ più fredda e solitaria sempre in procinto di una crisi di nervi (Mary) ma nonostante le paure i litigi e le menzogne si voglio bene e una rappresenta quello che non ha mai avuto o che ha perso l’altra, come ad esempio una madre per Mary o un figlio per Lore. Non è necessariamente la trama la cosa più importante ma bensì i ragionamenti e i pensieri che ci sono dietro di essa! La Sicignano (ovvero la regista) è molto in gamba nel cogliere e spiegare elementi unici per caratterizzare questi due personaggi, dando così uno spessore psicologico non da poco allo spettacolo, difficile ancor di più è interpretarli ma sono convinta che da queste prime prove alla prima, le due attrici (per me bravissime) riusciranno a raggiungere gli standard prestabiliti della Sicignano, ottenendo così ottimi risultati dati da uno splendido lavoro di squadra, dove l’apertura mentale e il confronto è sempre ben accetto.

Grazie a tutte per l’opportunità che mi avete dato, sarà unica ma spero prima o poi ripetibile.
Francesca C."

mercoledì 13 aprile 2011

PROVE APERTE AL CARCERE DI PONTEDECIMO

aprile 2011
Prove all'interno del carcere femminile di Pontedecimo - Genova
Iniziativa realizzata grazie all'Assessorato all'Organizzazione e
Personale della Provincia di Genova.
Un grazie in particolare all'Assessore Milò Bertolotto, alla
direttrice del carcere dott.a Maria Milano, alle detenute e alla
polizia penitenziaria.

                                  

Il testo parte dalle storie delle detenute con cui l'autrice ha
condotto dei laboratori teatrali.
Noi abbiamo riportato il testo nel suo luogo d'origine.
Chiavi e porte sbarrate che si aprono e si chiudono alle nostre spalle
odore di ospedale
si scende una lunghissima rampa di scale
il parlatorio con dei banchi piccoli come a scuola
una specie di scuola, ma con le inferriate a tutte le finestre
è una bella giornata di sole e due detenute giardiniere ci aiutano a
portare l'attrezzeria
noi non vorremmo: non sono mica le nostre cameriere. Loro insistono. Ci tengono.
Hanno visi affilati, sembrano sorelle, parlano a voce bassa
dai corridoi in cui sbirciamo scendendo scendendo scendendo sempre più
giù si sentono echi di voci femminili in tante lingue diverse, risate,
donne si affacciano a guardarci con la stessa curiosità con cui
guardiamo loro
in fondo in fondo alle scale c'è il teatrino
20 detenute circa ci aspettano
cosa penseranno di noi?
cosa rappresentiamo noi per loro?
Forse sono domande che ci poniamo reciprocamente.
Entriamo con i nostri sacchi e molta incertezza.




E subito, invece, veniamo travolte da un'ondata di calore. Come amiche
di sempre. Le nostre amiche "dentro" colgono ogni minima sfumatura del
testo, della recitazione, della regia. Commentano ad alta voce durante
la prova, cantano la canzone di Patti Pravo che fa da colonna sonora,
ridono con amara ironia - come i personaggi - agli scherzi più amari
della vita.
Si riconoscono.




"Anche io ho lasciato i miei figli. Uno non l'ho visto per 10 anni.
L'ultima volta che l'ho visto era un bambino. Poi, ero a braccetto con
mia madre e lui mi viene incontro, un uomo, 18 anni, alto un metro e
ottanta e io stavo per cadere a terra svenuta dall'emozione. "

"Si vede che il tuo personaggio è un ex alcolista. Beve sempre acqua.
Compensa la gestualità della bottiglia"

" Il tuo personaggio non si fa più. Altrimenti starebbe ancora con il
suo amico tossico. Invece vive da sola"




"No, qui lei deve abbracciare la sua amica. Non può essere così distante"

"Io quando sono uscita, mi sono chiusa in una armadio con una coperta
e ci sono restata un giorno intero"

"Io quando sono uscita, non riuscivo più ad aprire le porte con le
chiavi. Mio padre mi dice: apri quella porta. E io non riuscivo. Non
ero più abituata"

"Io quando sono uscita ero all'autogrill in mezzo alla gente che non
sapeva niente di me. E ho preso in mano la tazzina di caffè. Era così
pesante! Non ero più abituata. Qui noi abbiamo i bicchierini di carta"

"No, noi non siamo come quei tunisini che per farsi male spezzano le
posate di plastica e le inghiottono"





" Però anche lei ha cercato di uccidersi la prima notte che è arrivata"

"lo sapevamo tutte benissimo cosa rischiavamo. Non le sopporto quelle
che si strappano i capelli davanti alla direttrice. Io lo sapevo che
spacciando rischiavo la galera. Otto anni però sono un pò troppi. Già
me n'ero fatti sei. Erano volati quelli"

"Siamo marchiate. siamo detenute. Il datore di lavoro durante il
colloquio mi chiede se so contare fino ad 8. A me. Io sono laureata in
matematica"

"Qui dentro gente con i soldi non ne trovi"

"Vorrei tanto che venisse qualcuno a tagliarci i capelli. Quando sono
entrata avevo un bel taglio corto e adesso guarda qui. Ma te lo
immagini? Non faranno mai entrare una con delle forbici!"





"Siamo marchiate. siamo detenute. Ma siamo anche noi che
psicologicamente ci sentiamo diminuite. L'esperienza del carcere che
dovrebbe rieducarci, ci fa sentire diminiuite"

"Che senso ha la nostra femminilità qui dentro?"

"Io faccio il corso di italiano, di inglese, di uncinetto e faccio
anche le uova di Pasqua!"

"Io la so la tua emozione, perchè ho vissuto la stessa esperienza
tua: ma non devi avere paura di rivedere tuo figlio"

"Anche io ho fatto teatro, ma in carcere"




"Tornate? Quando tornate? Tornate vero? Se no veniamo noi a trovarvi
teatro! ah ah ah!"

"Io ci vengo. Davvero. Fra poco mi affidano ad un SERT e sono fuori.
Io ci vado a vedere lo spettacolo a teatro. Basta che mi fate entrare
gratis..."

"La prossima volta ti faccio un regalo… Ti regalo la mia storia"

ciao, ragazze.


martedì 12 aprile 2011

Tournèe

FESTIVAL DI BORGIO VEREZZI    16 - 17 luglio 2011

TEATRO GARIBALDI DI SETTIMO TORINESE    26 novembre 2011

TEATRO DUSE DI GENOVA     29 novembre - 4 dicembre 2011

TEATRO CARGO     6 dicembre 2011

domenica 10 aprile 2011

I COSTUMI DI SCENA

Riguardo ai costumi direi che dovrebbero essere un insieme di robetta del mercato scelta senza gusto (sullo stile "ci provo ma non ci riesco") abbinato ad alcuni pezzi vecchi, un po' logori, strausati, tipo un paio di calzini o un maglione di lana. I colori saranno gli stessi della scena con dei toni piuttosto spenti a parte alcuni particolari piu colorati, ma non colori primari e comunque sempre un po' abbassati.

Mariagrazia Bisio, costumista

LA SCENOGRAFIA

BOZZETTO DI LAURA BENZI




RICERCA ICONOGRAFICA PER LA CREAZIONE DELLA SCENOGRAFIA



                                Colore 1

                                Colore- Schwitters, le Merzbarn 1


                                 Colore - Schwitters, le Merzbarn


                                Luce - Hopper, SuninanEmpyRoom


                                Luce_colore - Hopper, ElevenA_M_


                                Luce_colore - Hopper, ExcursionintoPhilosophy


                                              Materia - Hopper, Artist'sBedroom, Nyack

sabato 9 aprile 2011

LA TRADUZIONE

E' molto inglese.
Sì, ma nell'affrontare i sentimenti è universale
E' un continuo turpiloquio. Monotono, per altro: Fuck. Fucking. Fucked.
Intraducibile in italiano: noi siamo più creativi nel turpiloquio.
Creative.
Un turpiloquio universale, creativo e femminile.
Il turpiloquio femminile suona diverso da quello maschile.
A volte è più buffo, meno violento. A volte è disperato.
Perchè diavolo l'autrice mette tutte queste didascalie? Non sopporto le didascalie. Non ha fiducia nei registi, questa donna?
Però se provo a leggere il testo senza didascalie, non si capisce nulla. Vuol dire che è un testo pieno d'azione. Bene. Vuol dire che è un testo teatrale e non radiofonico. Non sopporto i testi radiofonici. 

Finito?
Tu dici che abbiamo finito?
Mi diverte molto pensare a quella battuta che avevamo tradotto come "mia mamma mi ha spruzzato una pioggia di lamponi sulla pancia e sul volto"; invece significava "mi ha riempito di bacini e pernacchiette".
I "lamponi"  nel linguaggio delle mamme britanniche sono anche quelle pernacchiette/bacini che si danno ai bambini piccoli.
Finito?
Noo.
Quante volte ci rimetteremo le mani?
Fino al debutto.

Laura Sicignano, traducendo a dicembre 2010









ALCUNI BRANI QUA E LA’ CHE MI PIACCIONO
LAURA S.

Loredana – Dunque, pensavo. Quando è stata l’ultima volta che ti sei presa una vacanza?
Mary – Tre anni fa a San Vittore.
Loredana – Sul serio.
Mary – Non lo so. Quando ero in collegio probabilmente. Avevo più o meno 15 anni. Ci hanno
portato in gita al mare. Mi hanno rispedito indietro subito perché ho rubato una borsa da Pimkie.

Loredana – Gliel’avevo promesso, sai. Prima di uscire di casa gli avevo detto che poteva scegliere
una cosa tutto da solo e appena siamo entrati nel negozio lui marcia dritto come un soldatino tutto
impettito e deciso, dritto verso il reparto dei giacconi e mi chiede qual è della sua taglia, io lo tiro
fuori, lui se lo mette e non se lo vuole più togliere. Dice “questo è il mio cappotto per l’inverno”.
Sembrava un profugo. Diceva che era il più bel cappotto che avesse mai avuto.
Ci ha dormito dentro quella notte con il cappuccio in testa. Sono entrata e mi son seduta sul suo
letto e mi è scoppiato il cuore di lacrime, porca merda. Ce l’aveva addosso, quando sono venuti a prenderlo. E un berretto. Un berretto fatto a maglia. Il berretto era rosso, non ci piove. (breve pausa) e i guanti. Le manopoline

Mary – Se nello spazio si potesse urlare, anche se ci fosse qualcuno proprio lì vicino a te, non ti
sentirebbe affatto.
Loredana – E manco sulla Terra.






Le sfumature…le parole che si ripetono nel testo si scoprono ogni volta diverse, nell’intenzione, nell’istante
in cui vengono rivelate. Ecco che la lingua inglese nel suo “scoprirsi” appare molto più ardita di quello che a
una prima lettura potrebbe sembrare. L’espressività e il carattere dei personaggi non è evidente da subito.
Così per rendere veritiera la drammaturgia in italiano dobbiamo “sporcare” un po’ la sintassi.
Loro non parlerebbero così…
Ma tu lo diresti mai?
Non mi convince…
E vai di sinonimi, modi di dire, frasi sgrammaticate.
E poi l’immaginazione.
Tu come te le immagini?
Resta qualche dubbio…
Le pagine però volano, il dialogo è molto intenso, delicato, a tratti commovente.
Quanto materiale…
Eh già…

Eliana Amadio





       

venerdì 8 aprile 2011

IL CAST

Chloë Moss
La prima opera teatrale di Chloë, A Day in Dull Armour, per la quale l’autrice ha vinto il Young Writers
Festival 2002, è stata prodotta dal Royal Court Theatre di Londra. Le altre sue drammaturgie sono How Love Is Spelt (rappresentata al The Bush e per la prima volta negli Stati Uniti al Summer Play Festival di New York nel 2005), Christmas is Miles Away (Manchester Royal Exchange e The Bush), The Way Home (Liverpool Everyman e Playhouse), Catch (scritto con altre quattro drammaturghe e rappresentato al Royal Court).

Laura Sicignano
Laureata in Storia del Teatro all'Università Cattolica di Milano. Giornalista pubblicista per collaborazione a riviste specializzate di teatro e recensioni su quotidiani lombardi e nazionali. Organizza tournée per Carlo Cecchi, Broncowitz, Roberto De Simone, Adriana Asti, Teatro dell'Archivolto, Giorgio Barberio Corsetti, e altri con l'Agenzia Teatrale QP di Emilio Russo.Assistente alla regia di Santagata e Morganti, Elio De Capitani Teatro dell'Elfo; Federico Tiezzi - Magazzini; Tonino Conte Teatro della Tosse. Ha lavorato per molti anni al Teatro Stabile di Genova, dove ha svolto i ruoli di Marketing, Relazioni Esterne e Attività Culturali. Fonda e dirige TEATRO CARGO, per cui ha firmato tutte le regie e molta parte dei testi. Membro del Comitato Scientifico del Museo Biblioteca dell'Attore.

Eliana Amadio
Laureata in Relazioni Pubbliche allo IULM di Milano nel 1996 e specializzata in Discipline Teatrali al DAMS di Bologna nel 2009. Collabora in qualità di ufficio stampa, promozione e organizzazione di eventi, con diverse strutture italiane e straniere, fra cui il Teatro della Tosse (Genova), il Festival Instrada (Chieri, Torino), il Festival Internazionale di Poesia (Genova), l’Associazione Teatri Possibili Liguria (Genova), il Festival del Mediterraneo (Genova), la Regione Piemonte (progetto “Artinstrada” a Chalon dans la rue, Francia), il Fringe Festival (Edimburgo), Visiting Arts (Londra), Zap Productions (Brighton). Dal 2003 è direttrice artistica di Corpi Urbani/Urban Bodies – Festival Internazionale di Danza nei Paesaggi Urbani (Genova). Scrive saltuariamente per Altre Velocità e Il Turismo Culturale. Lavora con Teatro Cargo dal 2009.


Lisa Galantini
Diplomata alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, approfondisce i suoi studi in corsi e seminari condotti da Maurizio Grande, Edoardo Sanguineti, Marisa Fabbri e Cristina Pezzoli. Recita per il Teatro Stabile di Genova, il Teatro di Piazza e d’Occasione, la Goldoniana Giovani, la Compagnia Gank, il Teatro Cargo e per il Teatro della Tosse. Al cinema è interprete di diversi film tra i quali Mirko, rosso come il cielo di Cristiano Bortone e Giorni e Nuvole di Silvio Soldini.
Riceve quattro premi come miglior interprete per il cortometraggio Grazie al cielo di Andrea Jublin di cui è protagonista.
Nel 2003 è ospite a New York del Centre of Yewish History, nell’ambito della mostra di Emanuele Luzzati “Viaggio nel mondo ebraico”, con la messa in scena In viaggio con un lez, di cui è autrice e protagonista. Per il Teatro Stabile di Genova, nel 2006 è in La Chiusa di Connor McPherson con la regia di Valerio Binasco.
Nel 2007 è in Svet di Lev Tolstoj e, nel 2010, in Esuli di James Joyce entrambi con la regia di Marco Sciaccaluga. Nel 2008/9 è protagonista della fiction tv La nuova squadra in onda su RAI3.
Nel 2010 è tra gli interpreti del film Il Gioiellino di Andrea Molaioli. Alterna l’attività di attrice a quella di insegnante.
Dal 2009 è direttrice didattica del CFA.

Orietta Notari

Diplomata alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova partecipa, tra gli altri, ai seguenti spettacoli:

Re Lear di Shakespeare, regia di Glauco Mauri.

Peer Gynt e Spettri di Ibsen , La vita è sogno di Calderon de la Barca, Amleto di Shakespeare, regie di Franco Branciaroli.

Le amare lacrime di Petra Von Kant di Fassbinder, regia di Elio De Capitani e Ferdinando Bruni.

Re Cervo di Gozzi, regia di Marco Sciaccaluga.

I reverendi di Mrozek, regia di Jerzy Stuhr.

La dame de Chez Maxime di Feydeau regia di Alfredo Arias.

Racconto d’inverno di Shakespeare, Mandragola di Machiavelli, Schweyk nella seconda guerra mondiale di Brecht, regie di Jurij Ferrini.

Un mese in campagna di Turgenev, Ivanov di Checov, Fedra di Racine, Don Giovanni di Moliére, Un nemico del popolo di Miller da Ibsen, regie di Marco Sciaccaluga.

Tuttosà e Chebestia  di C. Serreau, Hamlet di Shakespeare, Io di Labiche, Il Tartufo di Moliére,  L’amore delle tre melarance di Edoardo Sanguineti da Gozzi, Il cerchio di gesso del Caucaso di Brecht, regie di Benno Besson.

Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, regia di Marco Sciaccaluga.

Cipputi di Altan, regia di Giorgio Gallione,

Eden di O’ Brien, regia di Alberto Giusta.

Svet di Tolstoj, L’Agente segreto di Conrad, Re Lear di Shakespeare, regie di Marco Sciaccaluga,

L’anima buona del Sezuan di Brecht, regia di Elio De Capitani e Ferdinando Bruni,

Qualcuno arriverà di Fosse, Una specie di Alaska di Pinter, regia di Valerio Binasco.

Nora alla prova da Ibsen, regia di Luca Ronconi.

 Laura Benzi
Diplomata alla Scuola di Scenografia di E. Luzzati , segue seminari di J. Svoboda, per entrambi realizza alcune scenografie. Inizia a lavorare al Teatro Stabile di Genova come direttore di scena per B. Besson e V. Franceschi e come assistente alle scene e ai costumi per E. Toffolutti, E. Frigerio, F. Squarciapino, V. Manari, H. Griffin. Firma scene,costumi e, in alcuni casi le luci, per gli Stabili di Genova, Roma, Bolzano e Firenze, il Teatro della Tosse, e le compagnie U.R.T. e Arbalete, con i seguenti registi: V. Binasco, F. Dini, J. Ferrini, A.L. Messeri, F. Paravidino, G. Rappa e per il coreografo G. Di Cicco. Laureata in Storia del Teatro all'Università di Genova con una tesi sulla scenografia di luce. Tiene lezioni di scenografia al Master in Architettura per lo Spettacolo della Facoltà di Architettura di Genova e al D.A.M.S. di Imperia.
Per il cinema firma le scenografie di alcuni film per la regia di f. Paravidino, V. Binasco, G. Ferrara.
E' socia fondatrice del movimento cinematografico EFFETTO NOTTE. E' socia fondatrice di CARGO, per cui ha firmato molte scene e costumi.

Mariagrazia Bisio
Laureata in Storia del Teatro all'Università di Genova. Assistente costumista per Gisela Stohrc, al Teatro della Tosse, al Teatro Stabile di Genova. Ha inoltre collaborato al laboratorio di scenografie di Pino Rombolà Props & Decor. Firma i costumi per Luigi Majo.
E' socia fondatrice di CARGO, per cui ha firmato molte volte i costumi.


Sandro Sussi
Inizia l'attività presso il Teatro Stabile di Genova in qualità di tecnico delle luci nella stagione 1979/80. Partecipa inoltre a manifestazioni quali Festival di Spoleto, Rossini Opera Festival, Biennale Teatro Venezia, Kunstfest Weimar. Realizza il progetto luci degli spettacoli di produzione ed è responsabile tecnico dei palcoscenici dello Stabile di Genova. Tra i suoi spettacoli sono 1994: TSE The Waste Land da Eliot (Robert Wilson; assistente alle luci) - 1998: Le false confidenze di Marivaux (Sciaccaluga); Lady from the Sea di Sontag da Ibsen (Robert Wilson; assistente alle luci) - 1999: Fedra di Racine (Sciaccaluga) - 2000: Hamlet, DDD The Days Before e Persephone (Robert Wilson; assistente alle luci) - 2001: Sei personaggi.com di Sanguineti (Liberovici); Tre variazioni della vita di Reza (Maccarinelli); Schweyk nella seconda guerra mondiale di Brecht (Ferrini) - 2002: Madre Courage e i suoi figli di Brecht (Sciaccaluga); Pentesilea di Kleist (Peter Stein; assistente alle luci) - 2003 Lotta di negro e cani di Koltès (Langhoff); Filottete di Muller (Langhoff) - 2004: La Centaura di Andreini (Ronconi); Candido di Liberovici e Nove da Voltaire (Liberovici); L'alchimista di Jonson (Ferrini); Il tenente di Inishmore di McDonagh (Sciaccaluga) - 2005: Urfaust di Goethe (Liberovici); Morte di un commesso viaggiatore di Miller (Sciaccaluga); L'IIusione comica di Corneille (Sciaccaluga); Galais di Viganò (Sciaccaluga) - 2006: Enrico V di Shakespeare (Mesciulam); Mandragola di Machiavelli (Sciaccaluga); La chiusa di McPherson (Binasco); Holy Day di Bovell (Sciaccaluga) - 2007: Svet di Tolstoj (Sciaccaluga).